Patrimonio culturale: Aosta

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Tour Fromage

Castelli e torri  -  Aosta

Situata a nord della Porta Praetoria, inserita nell’area archeologica del Teatro Romano ed affiancata da edifici di origine medievale, deve il suo nome ai nobili De Casei (francesizzato poi in Fromage) che la occuparono nel Medioevo.
Citata per la prima volta in un documento del 1191, la torre passò in eredità ai nobili Vaudan nel Quattrocento, a seguito del matrimonio di Claude Vaudan con Jeannette du Fromage, ultima discendente del suo casato.
A pianta quadrata e non molto elevata, appoggiata da un lato alle mura cittadine e dall’altro al muro di sostegno dell’ agger, conserva la primitiva fisionomia.

Non visitabile.

Tour Neuve

Castelli e torri  -  Aosta

Situata all’angolo fra via Tourneuve e via Monte Solarolo, l’antica torre cilindrica, munita di merlatura e di porta ad altezza di sicurezza, emerge nella parte nord-occidentale delle mura romane, in questo tratto ben conservate e isolate in un’area verde.
Citata in documenti come possedimento degli Challant che, investiti della carica di visconti di Aosta, controllavano tutta la cinta sud-occidentale delle mura, fu poi ceduta ai Signori De Turre Nova, da cui prese il nome.

Non visitabile.

Cappella di San Grato

Chiese e santuari  -  Aosta

La cappella, ubicata nella parte di Aosta chiamata anticamente Terziere della Bicheria, si affaccia sull’odierna via De Tillier, nel Medioevo importante arteria cittadina per il transito e le attività commerciali. Nella “Bicheria” esisteva almeno dal 1245, una chiesa dedicata a San Grato che sorgeva presumibilmente tra le attuali via Croix de Ville e Lostan. La cappella invece, fu edificata con ogni probabilità nel XV secolo sotto il patronato del Capitolo della Cattedrale di Aosta. Per un certo periodo essa dovette coesistere con l’antica e più grande chiesa di San Grato; forse solo dopo che quest’ultima perse completamente la sua importanza, il piccolo edificio fu dedicato al santo vescovo di Aosta. Nel settecento iniziò il suo declino fino alla cessione ai vigili del fuoco (1780) ed al susseguente utilizzo come magazzino: risale a questo periodo la distruzione parziale dell’affresco in facciata e della porzione superiore del portale per la realizzazione di un nuovo ingresso. Nella seconda metà dell’Ottocento la cappella fu utilizzata come sartoria e negozio di abbigliamento.

La facciata è decorata da un affresco votivo offerto dal cittadino Malcastia nel 1512: sull’onda di un gusto tardogotico ormai destinato al tramonto, il dipinto rappresenta la Madonna col Bambino tra i santi Nicola, Caterina, Barbara e Margherita, cui fu aggiunto in seguito San Grato. Si tratta di una delle rare testimonianze della pittura di inizio Cinquecento in Valle d’Aosta. L’interno è costituito da un ambiente ad aula a pianta rettangolare, voltato a crociera a sesto acuto. I costoloni caratterizzano la sobria architettura tardogotica: essi si dipartono dalla chiave di volta per disporsi lungo i quattro angoli fino a poggiare sul pavimento. La parete absidale della cappella mostra un affresco risalente verosimilmente all’ultimo quarto del XVI secolo, menzionato per la prima volta in una visita pastorale del 1624. Al centro, un’elaborata struttura architettonica di gusto classicheggiante dipinta a trompe l’œil rappresenta una Pietà fitta di personaggi, ai piedi di tre imponenti croci. Alcune vetrine con ripiani e supporti sono state sistemate per l’esposizione del materiale archeologico rinvenuto durante gli scavi effettuati nelle fasi di restauro.

Attualmente sconsacrata, la cappella ospita mostre di opere realizzate dall’Associazione Artisti Valdostani, che l’hanno ribattezzata “Galleria San Grato”.

Cattedrale di Santa Maria Assunta

Chiese e santuari  -  Aosta

L’odierna piazza Giovanni XXIII sorge sulla parte meridionale di quella che al tempo di Augusta Praetoria era l’area sacra del Foro romano, delimitata dal criptoportico.
La cruciale importanza che questa zona rivestiva per la vita della città, non venne meno nei secoli che videro il progressivo declino e la fine di quello che fu il mondo romano: ad est del criptoportico infatti, sorse il primo edificio dedicato al culto cristiano.

In questo complesso preesistente, sorse verso la fine del IV secolo la Cattedrale. Si trattava di un edificio di imponenti dimensioni, ad un’unica navata absidata, dotato di un battistero ad ovest e di vari locali annessi, uno dei quali destinato a battistero secondario. La facciata si trovava a pochi metri dalle strutture del braccio orientale del criptoportico ed era praticamente collegata a questo dalle strutture del battistero principale. Questo complesso, al quale vennero ad aggiungersi alcuni vani meridionali destinati a residenza episcopale o ad abitazioni del clero, restò in uso per più secoli ed il suo aspetto non venne significativamente modificato, salvo una fase costruttiva altomedievale, sino al grande cantiere romanico che diede alla Cattedrale l’aspetto che sostanzialmente conserva ancora oggi.
A questa fase dell’XI secolo risale anche l’importante ciclo di affreschi che sono stati riportati alla luce nel sottotetto della chiesa: assieme a quelli di Sant’Orso, fanno di Aosta uno dei principali centri di arte Ottoniana in Europa.

Nella seconda metà dell’XI secolo venne completamente rifatto il corpo di fabbrica occidentale che risultò composto da due torri e da un’abside centrale aggettante; nel XIII secolo vennero abbattute due delle cinque absidi originarie e realizzato il deambulatorio, un corridoio anulare attorno al coro. Tra il XV ed i primi anni del XVI secolo, poi, i vescovi di Aosta promossero un radicale restauro della chiesa e la arricchirono di numerose opere d’arte. L’alto coro, dominato da un crocifisso ligneo del XIV secolo, presenta due ordini di stalli scolpiti verso il 1460; sul pavimento sono visibili due mosaici del XII e del XIV secolo, che rappresentano rispettivamente i mesi dell’anno e una serie di animali reali e fantastici assieme ai fiumi Tigri ed Eufrate.

L’altare maggiore è barocco, in marmo nero con intarsi multicolori. Scendendo dal coro, due scale, una a destra e l’altra a sinistra, danno accesso alla cripta dell’XI secolo; la sua pianta è articolata in tre navate separate da agili colonnine medievali e da più robuste colonne romane di reimpiego. Sulla parete di fondo sono visibili le entrate originarie poste ad ovest.

La facciata della Cattedrale si compone di due parti distinte: un atrio cinquecentesco ed una fronte neoclassica aggiunta nel 1848. L’atrio presenta un elegante prospetto architettonico in cotto, ornato da statue e da affreschi raffiguranti scene della vita della Vergine cui la chiesa è dedicata, bell’esempio di arte rinascimentale in Valle d’Aosta.

Attiguo alla chiesa, sul lato settentrionale, si trova il chiostro. Si tratta di un edificio a pianta trapezoidale terminato nel 1460 che venne a sostituirne uno analogo che già esisteva nell’XI secolo. I suoi elementi architettonici sono caratterizzati dalla presenza di materiali diversi: il bardiglio grigio, usato per i pilastri, si alterna al gesso cristallino dei capitelli e al calcare, utilizzato per i conci degli archi. I capitelli sono di due tipi: alcuni sono decorati con motivi vegetali e figure di uomini e animali, altri recano scolpiti i nomi di coloro che contribuirono alla costruzione. Nello spiazzo centrale si erge una colonna romana sormontata da un capitello corinzio, probabili testimonianze della vicina area forense. Verso il 1860 l’ala meridionale del chiostro venne in gran parte demolita per lasciare spazio alla neogotica cappella del Rosario.

Il Museo del Tesoro presenta una panoramica significativa dell’arte valdostana dei secoli XIII-XVIII, unendo ai pezzi del ricco tesoro della Cattedrale alcune opere d’arte provenienti da diverse parrocchie della Valle.

Chiesa di Saint-Etienne

Chiese e santuari  -  Aosta

La chiesa di Santo Stefano è localizzata nella zona Nord della città di Aosta appena fuori dal perimetro murato di Augusta Praetoria nei pressi dell’antica strada romana che, uscendo dalla Porta Principalis Sinistra, conduceva all’Alpis Poenina (attuale valico del Gran San Bernardo).

Le prime notizie documentali sulla parrocchia di Santo Stefano risalgono al XIII sec. In alcuni documenti medievali l’edificio di culto veniva indicato come “Basilica” forse per la sua particolare posizione all’interno di un’area funeraria di epoca precedente.

La chiesa, comunque, in epoca medievale costituì il punto di aggregazione di una realtà micro-urbana quale appunto il quartiere di Aosta denominato “Il Faubourg de Saint Etienne” o “De La Rive”, dal nome del canale che lo attraversa ancora oggi.

Tale sobborgo fino al 1776, al pari di altri analoghi quartieri, ha rappresentato una vera e propria entità urbano-amministrativa distinta dal resto della città di Aosta.
L’attuale edificio fu costruito sulle strutture murarie di una precedente chiesa del XV sec., a cui si riferisce un’iscrizione posta sull’architrave della porta d’ingresso destra “Hoc opus fecit fieri Jaquemin Pastor” (Jaquemin Pastor fece costruire questo edificio). La chiesa fu ampiamente restaurata nel 1728-29, come risulta dalla convenzione stipulata il 25 aprile 1728 dal parroco Clérin, che fece anche sopraelevare il campanile. Gli affreschi della facciata furono, invece, fatti eseguire dal suo successore Michel-Joseph Rosaire, parroco tra il 1729 e il 1735.

Chiesa di Santa Croce

Chiese e santuari  -  Aosta

Affacciata sulla centralissima via Aubert nei pressi della Biblioteca regionale, la chiesa fu fatta costruire nel 1682-‘83 dalla Confraternita della Misericordia, che aveva il compito di assistere i carcerati e di accompagnare al patibolo i condannati a morte. La Confraternita fornì il materiale e Jean-Boniface Festaz, tesoriere generale del Ducato di Aosta e fondatore dell’Ospizio di Carità, pagò le spese della mano d’opera.

La decorazione ottocentesca à trompe-l’œil della facciata finge un’architettura che include un dipinto con il Ritrovamento della Vera Croce da parte di Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino.
L’interno conserva arredi di varia epoca dal ’600 all’800. Il sontuoso altare maggiore in stile barocco valsesiano si deve probabilmente alla generosità del priore di Sant’Orso Charles-Hyacinte Beltram, che nel 1737 fece importanti donativi alla Confraternita.

Chiesa e chiostro di Sant'Orso

Chiese e santuari  -  Aosta

La chiesa
Lo scavo archeologico, condotto in più lotti tra il 1976 e il 1999, ha permesso di ripercorrere le vicende costruttive dell’edificio. Le indagini hanno interessato un’area che in antichità faceva parte di una vasta necropoli extraurbana dove, agli inizi del V secolo, sorse un complesso paleocristiano che comprendeva anche la chiesa cruciforme di S. Lorenzo. Al centro della navata sud si è rinvenuto il basamento di un edificio funerario databile tra IV e V sec. d.C.; la chiesa primitiva, sorta a nord di questo mausoleo, era costituita da una semplice aula absidata circondata da un porticato destinato a sepolture privilegiate.
Nel IX secolo, la chiesa viene completamente ricostruita e ingrandita, spostando verso sud l’asse generale dell’edificio; l’estremità orientale è dotata di tre absidi, mentre la facciata è ricostruita a ovest di quella paleocristiana. Nel 989 si aggiunge alla facciata un campanile i cui resti sono ancora visibili per un’altezza di circa 15 m.
All’inizio dell’XI secolo, viene costruita la chiesa romanica che ingloba il campanile nella nuova facciata, malgrado la sua posizione sia eccentrica rispetto all’asse longitudinale della nuova chiesa. L’edificio è a pianta basilicale, diviso in tre navate concluse da absidi semicircolari.
L’attuale torre campanaria, costruita nel XII secolo, apparteneva originariamente ad un sistema difensivo costituito da una cinta muraria e da una seconda torre di grandi dimensioni, i cui resti sono stati scoperti addossati al muro perimetrale nord della chiesa.
I resti archeologici non sono visibili perché situati immediatamente al di sotto del pavimento della chiesa.

Da segnalare il bellissimo coro ligneo quattrocentesco, l’antica cripta e l’importante ciclo di affreschi (sec. XI) visibile nel sottotetto della chiesa.

Lo scavo archeologico del coro della chiesa di S. Orso ha permesso di riportare alla luce un mosaico pavimentale di forma quadrata, sconosciuto e non menzionato dalle fonti, realizzato con tessere bianche e nere con alcuni inserti di tessere di colore marrone chiaro. Una serie di sei cerchi, inscritti nel quadrato, funge da cornice alle decorazioni centrali. Nel medaglione centrale appare un’elegante rappresentazione di Sansone che uccide il leone.

Il chiostro
Il chiostro è il gioiello del complesso monumentale di Sant’Orso cui si accede da un androne aperto sulla destra della facciata. Il primitivo impianto romanico risale quasi certamente al 1132 e fu opera di maestranze provenzali o lombarde; quando la bolla di Papa Innocenzo II impose la regola di Sant’Agostino ai canonici di Sant’Orso il chiostro esisteva già, come risulta da un’iscrizione apposta sopra un capitello. I capitelli, scolpiti in marmo ma rivestiti già in tempi antichi di vernice scura, completano colonne semplici e binate dalle forme diverse e raffigurano mirabilmente scene simboliche del Nuovo e Vecchio Testamento, della vita di Sant’Orso, personaggi e animali fantastici o contengono elementi decorativi diversi. Sono considerati fra le più alte espressioni della scultura romanica religiosa.

Il priorato di Sant'Orso

Chiese e santuari  -  Aosta

Tra la fine del 1400 e i primi anni del 1500 Giorgio di Challant, priore di Sant’Orso e grande mecenate-umanista, fa costruire, accanto alla chiesa di S. Orso, il Priorato: una sontuosa residenza di rappresentanza, un edificio ispirato ai contemporanei palazzi pubblici piemontesi e lombardi. E’ una miscela di nuovo e vecchio stile: la facciata è rinascimentale, con le cornici delle finestre ornate da formelle di terracotta; altri elementi come la torre ottagonale e le ogive sono un retaggio dell’architettura gotica.

All’interno sono degni di nota gli affreschi del XV secolo della Cappella di San Giorgio, probabilmente opera delle maestranze facenti capo al Maestro Colin, già operanti all’interno della Collegiata. Tra le scene rappresentate: San Giorgio che uccide il drago salvando una principessa e successivamente battezza il re suo padre in presenza della corte; la Madonna col Bambino in trono e Giorgio di Challant in preghiera al loro fianco e un’Annunciazione. Sotto le scene principali corre una decorazione che riprende quella di un tessuto damascato.

  • Palazzo unico in città, per lo stile e il materiale
  • Suggestiva cappella affrescata nella seconda metà del XV secolo
  • Visite quotidiane a siti normalmente non aperti al pubblico

Associazione Culturale ''Coro Penne Nere''

Gruppi folcloristici / bande / corali  -  Aosta

Il Coro Penne Nere nasce nel 1958 grazie ad una richiesta dell’A.N.A. di Aosta ed alla volontà di pochi appassionati amanti del canto e della festa, ed è stato diretto per oltre quarant’anni dal maestro Guido Sportelli.

Concerto dopo concerto, il Coro è cresciuto artisticamente, passando attraverso cambiamenti musicali che, dalle forme più strettamente tradizionali, sono arrivati al genere moderno, fino a sconfinare in alcune sperimentazioni.

Associazione folkloristica ''L'Ensemble du Grand Combin - Cor des Alpes''

Gruppi folcloristici / bande / corali  -  Aosta

“L’Ensemble du Grand Combin – Cor des Alpes “ nasce nell’estate del 2002 in Aosta per la divulgazione e la conoscenza del “cor des Alpes”, antico strumento a fiato, conosciuto in tutti i territori di montagna tra cui le confinanti Svizzera e Savoia.

La semplicità e la povertà del legno lavorato ed usato per la costruzione dello strumento, è simbolo e specularità delle più significative tradizioni alpine, costituendo un vivo “trait d’union” tra la normale vita quotidiana e le più vive manifestazioni in ambiente pastorale e rurale.

Dall’estate del 2002, “L’ensemble du Grand Combin “ ha partecipato a numerosi eventi sia in questa regione sia in Piemonte e Lombardia, riscuotendo un crescente entusiasmo, suscitando e generando negli spettatori, particolari ed evocative emozioni.

  • 338/98.28.440