Patrimonio culturale: Aosta

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Teatro Romano

Architettura romana  -  Aosta

Il Teatro romano è chiuso dal 7 novembre 2023 a maggio 2025

La sola facciata attualmente visibile è quella meridionale, alta ben 22 metri, caratterizzata da una serie di contrafforti e di arcate ed alleggerita da tre ordini sovrapposti di finestre di varia forma e dimensione.
Ben individuabili sono pure le gradinate ad emiciclo che ospitavano gli spettatori (cavea), l’orchestra (il cui raggio è di 10 metri), ed il muro di scena (ora ridotto alle sole fondamenta) che un tempo si innalzava col suo ricco prospetto ornato di colonne, di marmi e di statue.
Si è calcolato che il Teatro potesse contenere tre o quattromila spettatori. Alcuni studiosi ritengono che il teatro fosse dotato di copertura fissa.
Con la caduta dell’impero, fino sino al XVIII sec. si perse ogni memoria della funzione originaria dell’edificio ed i suoi resti non furono riconosciuti come tali che molto tardi: durante il Medioevo vi furono addossate numerose costruzioni, demolite nel corso dei moderni lavori di recupero e restauro.
Nel 1864 alcuni saggi di scavo portarono alla luce una serie di muri, mentre negli anni ’20 del Novecento si diede una prima sistemazione al monumento, demolendo le casupole che lo circondavano. La completa messa in luce avvenne però tra il 1933 e il 1941, quando furono effettuati importanti lavori di restauro e integrazione.
Le ultime ricerche condotte sulle murature hanno permesso di ipotizzare che le strutture attualmente visibili non siano nate tutte in prima fase (I sec. a.C.), ma che siano il frutto di successive modificazioni avvenute ancora in epoca antica.

Terme

Architettura romana  -  Aosta

Site in via Chabloz, all’interno della scuola media di Piazza San Francesco, a Nord del Municipio.
La costruzione risale al I secolo d.C.
Sono stati individuati alcuni locali riscaldati, mentre non è stato rinvenuto il “frigidarium”.

Il sito non è visitabile

Villa della Consolata

Architettura romana  -  Aosta

La Villa è chiusa - riapre in autunno

Si tratta delle fondamenta di un’elegante abitazione romana, esterna alla cinta muraria della città; sono riconoscibili alcuni locali, con resti di pavimentazione in mosaico e tracce di un impianto di riscaldamento.
L’indagine archeologica nella villa suburbana in regione Consolata fece seguito nel 1971 a lavori edili, riportando in luce la maggior parte delle strutture antiche al momento visibili; ulteriori scavi, a metà degli anni ’80, ampliarono le conoscenze della parte centrale del complesso - atrium tetrastilo con impluvium, tablinum -.

Situata in una zona connotata da tracce significative di popolamento anteriore alla fondazione di Augusta Praetoria (25 a.C.), prossima a un ramo subcollinare della viabilità antica verso l’Alpis Poenina - Gran San Bernardo -, la villa presenta una pianta di forma rettangolare, compatta, in cui predominano gli ambienti a carattere residenziale (pars urbana), riservati al dominus e ai suoi ospiti, rispetto a quelli di servizio, di deposito e, eventualmente, di lavorazione di prodotti agricoli (pars rustica e fructuaria); la presenza di questi ultimi, seppur limitata, indica una connessione con attività esercitate in un fundus (podere, tenuta).

L'Artisanà - negozio di artigianato - Aosta

Artigianato  -  Aosta

Storicamente gli artigiani valdostani usavano il termine l’Artisanà per identificare il negozio in centro ad Aosta in cui, conclusa la Fiera di Sant’Orso e, durante il resto dell’anno, veniva conferita la loro produzione per la vendita. L’Institut Valdôtain de l’Artisanat de Tradition ha così deciso di farne il proprio marchio di comunicazione che unisce il settore culturale e commerciale della propria attività.
L’Artisanà comprende oggi 4 negozi di artigianato valdostano distribuiti sul territorio regionale, vetrine originali di una produzione viva e in evoluzione che affonda le proprie radici nella tradizione.
Le boutiques de L’Artisanà offrono a turisti e appassionati la possibilità di portarsi a casa un pezzo autentico di Valle d’Aosta: oggetti in legno, pietra ollare, ferro forgiato, prodotti tessili e di ceramica sono il frutto della tradizione millenaria della nostra regione.

La boutique di Aosta

Pioniere dell’esposizione e della vendita dell’artigianato valdostano di tradizione, la boutique di Aosta ha aperto i battenti il primo gennaio 1942. Situata nel medesimo luogo di allora, sotto i portici di Piazza Chanoux al piano terreno del municipio di Aosta, il negozio è noto agli addetti ai lavori e agli innumerevoli visitatori come L’Artisanà. È qui, che oggi come allora, gli appassionati possono trovare il meglio del savoir faire locale.
Nel dicembre 2017 la boutique è stata rinnovata per rendere l’ambiente ancora più accogliente.

Gli orari di apertura sono soggetti a variazioni: si consiglia di verificarli prima della visita (cfr. sezione “Contatti”) oppure cliccando qui

Castello di Montfleury

Castelli e torri  -  Aosta

Sorge alla periferia Ovest di Aosta, in via Piccolo San Bernardo.
La villa prende il nome dalla località omonima di Aosta, Montfleury, toponimo in lingua francese traducibile in italiano come “monte fiorito”.

Di forma ottagonale, l’edificio fu costruito verso la fine del XVIII secolo dalla famiglia Barillier, che lo cedette poi al barone Bich, il quale lo conservò fino al 1880.

In seguito fu utilizzato dai canonici del Gran San Bernardo per la scuola regionale di agricoltura e, dal 2004, è sede del CoReCom (Comitato Regionale per le Comunicazioni) della Valle d’Aosta.

Castello Jocteau - Scuola Militare Alpina

Castelli e torri  -  Aosta

Il castello, costruito agli inizi del 1900 in stile eclettico, situato sulla collina di Beauregard a nord-est di Aosta, è sede del comando della Scuola Militare Alpina di Aosta.
È conosciuto anche come “Castello Duca degli Abruzzi” o “Castello Generale Cantore”.
Il giardino ospita una palestra di roccia naturale, mentre nei locali interni è allestito un piccolo museo.

Torre dei Balivi

Castelli e torri  -  Aosta

La Torre dei Balivi (o Tour du Baillage), situata in via Guido Rey, all’angolo nord-orientale della cinta muraria romana, fu costruita nel Medioevo sulle strutture della preesistente torre romana.
Nel 1263 Guglielmo De Palatio vendette la torre al Conte Pietro II di Savoia che, a decorrere dal 1430, la destinò a residenza dei Balivi, gli amministratori della città, nonché a carcere. In seguito, a partire dal 1626, i Balivi preferirono trasferirsi in un edificio più idoneo (Palazzo Roncas) e il complesso, rimaneggiato, mantenne unicamente la funzione di prigione, che conservò fino al 1984.

Attualmente l’edificio ospita i locali della scuola musicale Conservatoire de la Vallée d’Aoste.

Torre del Lebbroso

Castelli e torri  -  Aosta

Antico bastione romano, la Torre del Lebbroso venne trasformata in residenza feudale dai nobili Friour, dei quali si ha notizia dal 1191.
Nel corso del ‘400 fu costruita la torre scalare sul lato nord per permettere un più comodo accesso ai piani e aperte le finestre in pietra sul lato sud.
Dopo alcuni cambi di proprietà fu acquistata nel 1773 dall’Ordine Mauriziano che vi ospitò il lebbroso Pietro Bernardo Guasco, originario della città di Oneglia, la cui permanenza nella Torre fu resa famosa dalle pagine del romanzo Le lépreux de la cité d’Aoste, scritto nel 1811 dal nobile savoiardo Xavier de Maistre.

Non visitabile.

Torre di Bramafam

Castelli e torri  -  Aosta

La Torre di Bramafam si trova all’angolo tra via Bramafam e viale G. Carducci, lungo il lato meridionale della mura romane.
Denominato Castello di Bramafam, ma comunemente designato come torre, il monumento mostra un bastione a pianta circolare, alla cui base sono ancora visibili i muri romani e parte della torre che fiancheggiava la Porta Principalis Dextera, su cui fu innnalzato intorno al XII-XIII secolo.
Inizialmente la torre fu proprietà dei nobili di Challant che, con la carica di visconti di Aosta, controllavano tutta la cinta sud-occidentale delle mura e che, dopo aver ricevuto nel 1295 il feudo della valle di Challand, divennero la più importante famiglia nobiliare della Valle d’Aosta.
La casa forte passò successivamente nelle mani del Conte di Savoia.
Nel corso dei secoli successivi subì ulteriori vari passaggi di proprietà, perdendo la sua importanza rappresentativa ed amministrativa, fino a subire l’abbandono definitivo nel XVI secolo.

Per spiegare l‘origine del nome di questa torre, a tutt‘oggi sconosciuta, una leggenda narra che un membro della famiglia Challant, per gelosia, vi avrebbe rinchiuso la moglie, che ivi sarebbe morta, gemendo e lamentandosi per le sofferenze patite a causa della fame (brama fam). Altri, invece, attribuiscono questa denominazione al fatto che, per un certo periodo, il complesso ospitò il granaio pubblico, cosa che indusse la popolazione di Aosta, in seguito ad una grave carestia, a radunarsi ai piedi del maniero implorando cibo. Un’altra versione è quella che vorrebbe questa torre indicata come Porta Biatrix dal nome di Beatrice di Ginevra, moglie di Godefroi de Challant; tuttavia nessun indizio storicamente affidabile può avvallare tale tesi.

Non visitabile.

Tour du Pailleron

Castelli e torri  -  Aosta

Lungo il lato meridionale delle mura romane, sulla piazza della stazione ferroviaria, si può osservare la torre meglio conservata della cinta, chiamata del Pailleron poiché fu a lungo utilizzata come pagliaio.
La torre, a pianta quadrata e aperta su ciascuno dei quattro lati da sei grandi finestre, tre per ogni piano, è collegata ad un tratto di mura che nel medioevo fu aperto per ricavarvi la cosiddetta “porta ferrière”.

In seguito ai danni provocati da un incendio, alla fine del XIX secolo la torre fu oggetto di un accurato restauro con l’impiego di laterizi, posto in opera da Alfredo d’Andrade.

Non visitabile.